lunedì 12 ottobre 2015

Nuova vita

Avevi saputo che G. era incinta prima di me, un giorno che, come facevi quasi quotidianamente, eri andato a trovare sua madre, tua ex collega e grandissima amica e confidente. Lei si era confidata con te, appunto, quando la gravidanza era all'inizio e tu avevi mantenuto il segreto persino con noi, la tua famiglia...eri fatto così e la cosa non mi aveva fatto arrabbiare, anzi, mi aveva fatto sorridere. Hai anche potuto vedere il pancione, quando G. è venuta a trovarti all'ospedale accompagnata dal futuro papà: in realtà era di lui che avevamo bisogno, gli avevamo chiesto aiuto per provare a comunicare con te, a imparare a leggere le labbra e capire meglio cosa volevi dirci, perché per anni ha vissuto a stretto contatto con persone con handicap...il tentativo non era andato a buon fine, non abbiamo fatto molti progressi, perché ancora non avevi imparato a scandire le parole e a dirne poche alla volta, ma eri stato molto felice di vedere G., lo abbiamo visto dai tuoi occhi, dalle espressioni di sorpresa, da quel sorriso con il quale accoglievi chi ti veniva a trovare, che era diventata la tua lingua. Anche una lingua nuova mi hai insegnato, babbo, l'avremmo mai detto? Da ieri c'è una nuova vita, e quando l'ho scoperto, pochi minuti fa, ho immaginato come te lo avrei detto, come lo avremmo commentato, anche se saresti stato uno dei primi a saperlo. Alla sorpresa e alla gioia è seguito il pianto, che ora mi riga le guance come sempre quando scrivo di te...normale amministrazione, in questa nuova vita. Nuova vita...rileggendo mi sono accorta che ho scritto ripetutamente "nuova" nelle ultime righe, e giornalisticamente sarebbe un errore, ma a chi importa? A me, no. "Nuova" è bello. Benvenuta, piccolina, da noi tre. 

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