lunedì 19 ottobre 2015

Un uomo di cognome Finardi

Graffiante, profonda, potente, rock. Eugenio Finardi riempie il palco con la sua voce e la possenza fisica del gigante buono. Non solo testosterone, il cantautore sprizza anche autenticità da tutti i pori, e rabbia per un presente che quelli della sua generazione avevano sognato molto diverso, caratterizzato da un "nuovo umanesimo" che oggi appare l'esigenza e, purtroppo, l'utopia. Incarna perfettamente l'uomo che canta nel mio - suo - brano preferito, intitolato, appunto, «Un uomo». L'ha fatta a metà concerto l'altra sera, per la festa del Patrono di una cittadina qui vicino, e sarei potuta andare via subito dopo, felice come una Pasqua. 

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